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Assurdo, in un estate caldissima, mancano le bevande

C’erano anni in cui il grossista di bevande italiano attendeva la bella stagione per implementare vendite e recuperare quel fatturato necessario a far quadrare in conti e prendere un certo vantaggio per raggiungere i “famosi” e vitali obiettivi di fine anno. Ma nell’estate più calda di tutti i tempi (lo dicono i T.G. e si sente anche a pelle) non è più così purtroppo: l’industria delle bevande italiana è andata clamorosamente e disastrosamente in rottura di stock. Cosa è successo? Mancata programmazione, difficoltà a riorganizzare le aziende a causa del Covid, mancanza di materie prima per il confezionamento? Oppure superficialità nelle previsioni e poca fiducia nella ripresa del mercato? Sull’accaduto l’industria non dà spiegazioni plausibili e se ne guarda bene da dire la verità.

Ma al di là delle cause che hanno provocato questo disastro di mancate consegne, sono i distributori di bevande, specie quelli che operano nelle zone di villeggiatura, a pagare le conseguenze più gravose.        Ecco alcune testimonianze:

Quest’estate, già da giugno dopo mesi di sofferenza e restrizioni, il mercato HoReCa è tornato a volare, fa tantissimo caldo, consumatori e turisti devono e hanno voglia di bere, ma per assurdo noi siamo senza prodotto - denuncia Nicola Cefalo che opera nell’avellinese – altro che recupero di fatturato, qui c’è da fare sangue acido ogni giorno: non possiamo soddisfare le richieste dei nostri clienti, mentre dall’altra parte capi area e responsabili commerciali dell’industria non rispondono neanche al telefono perché non sanno più che scuse inventarsi. In oltre quarant’anni di attività non ho mai vissuto una situazione del genere.”

 “I produttori dovranno spiegarci perché le forniture presso la GDO sono regolari, mentre mettono in ultimo piano le nostre richieste – dichiara Venero Battiato, storico distributore a Catania e provincia – forse perché con la GDO hanno contratti con tanto di penali? Mentre noi siamo trattati come l’ultima ruota del carro, da usare solo quando occorre a loro! E’ inaccettabile, i produttori non devono correre solo dietro i profitti per poi farci attendere oltre 20 giorni per una consegna. Una situazione assurda e paradossale, alzarci la mattina e non poter soddisfare i clienti, non sapere quando arriverà quel carico di merce, non sapere cosa vendere. Non è più possibile farci trattare in questo modo, siamo noi distributori che negli anni abbiamo creato questo mercato e ora non ci viene permesso di soddisfarlo in modo adeguato.”

 “Qualcuno dovrà pur rispondere di questo disastro - ribadisce Mario Scarpitta della GMA, operante nel Cilento -  è qualcosa di illegale, non possiamo essere lasciati senza prodotto in un’estate come questa. Il danno è enorme. Quello che sta accadendo è un’offesa all’etica commerciale e al rispetto fra le parti. Rispetto che noi distributori abbiamo sempre avuto nei confronti dell’industria. Non possiamo più accettare condizioni di tacita subalternità. Ma ormai il danno è fatto, entro settembre va assolutamente organizzato un tavolo di confronto con quei produttori che hanno causato questo enorme problema. Vogliamo risposte e soluzioni adeguate, vanno annullati gli obiettivi commerciali in essere e comunque pretesi, a giusta ragione, gli sconti per quei massimi obiettivi che non potremo più raggiungere, e non certo per colpa nostra.

Diversamente trovo giusto bloccare i pagamenti e chiamare in causa quei produttori inadempienti che non hanno rispettato i contratti di fornitura.”

 

“Siamo stati letteralmente abbandonati – denuncia Matteo Cipriani che opera nella Penisola Sorrentina - tradito e preso in giro da aziende con le quali opero da vent’anni e per le quali ho contribuito non poco alla diffusione dei loro marchi. Ci vuole riconoscenza e correttezza, quanto meno chiarezza, è stato il ferragosto più brutto e difficile da quando faccio questo mestiere, un delusione enorme insieme alla rabbia di non poter programmare il lavoro e soddisfare i locali. Un danno enorme.”

“Raccolgo in questi giorni decine di telefonate da parte dei nostri soci- conclude Luigi Cetrangolo Direttore del Consorzio UDIAL - manca il prodotto e perdono fatturato, tanto fatturato, una situazione insostenibile. I nostri distributori, hanno dimostrato e dimostrano di essere pronti, prontissimi a consegnare in ogni luogo, anche lavorando H 24, ma purtroppo senza adeguate forniture anche loro devono arrendersi.

Mancata programmazione, previsioni errate: è evidente che l’industria ha fatto degli errori le cui conseguenze non possono essere in capo ai distributori.  Ma il danno ormai è fatto, la stagione purtroppo compromessa, peccato perché poteva essere una grandissima stagione, quella del vero rilancio dopo i difficili mesi delle restrizioni da pandemia. Ora pretendiamo da parte di quell’industria che ha fatto mancare i prodotti adeguate spiegazioni e, soprattutto, proposte commerciali che tengano conto del grave danno subito dai nostri soci. Un problema questo di cui terremo certamente conto anche nella definizione dei prossimi contratti.”

Drink style, la rivista

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