Aumenti sì, ma consumi anche!
Apriamo questo editoriale con le dolenti note di questi mesi: l’aumento dei prezzi al consumo. Dalle analisi di Osservatorio Ristorazione - che analizza ed elabora le cifre provenienti da varie fonti, quali Istat, Censis, Fipe e Federalberghi - nel corso degli ultimi mesi il 71% dei ristoratori ha dovuto compiere azioni impreviste per far fronte all’aumento delle spese. Il che si è tradotto, nella maggioranza dei casi, in un aumento dei prezzi finali al cliente.
In media i rialzi si sono aggirati intorno al 10-15%, con punte massime del 25%. Anche i produttori non sono stati da meno: negli ultimi mesi gli aumenti delle maggiori categorie di Beverage e Food sono stati a doppia cifra. Ma a cosa è dovuta questa escalation quasi incontrollata se poi, a ben vedere, il picco degli aumenti delle materie energetiche è rientrato? Di fronte a questa precisa domanda ci sono solo risposte vaghe, pertanto si insinua il dubbio che nella confusione generale ci siano delle speculazioni. Una situazione incresciosa dove, stretto nella morsa fra produttori e gestori, vi è come al solito il distributore, costretto a barcamenarsi fra gli aumenti a monte e le difficoltà di ristoratori, baristi e pizzaioli a valle i quali, nonostante abbiano aumentato i prezzi al consumo ben oltre la soglia dell’inflazione, continuano a piangere miseria.
Fortunatamente non ci sono solo note dolenti, il mercato dei consumi fuoricasa viaggia come un treno in corsa. È vero che il consumatore è abbastanza circospetto ed è sempre più attento alla spesa (il carovita del resto è una realtà), ma è un consumatore che non vuole rinunciare al fuoricasa. Quindi, i consumi ci sono e l’estate 2023 promette di essere “eccezionale”, dove anche i turisti sono tornati finalmente a frotte a frequentare le belle località di villeggiatura italiane e faranno la loro parte. Insomma, nonostante gli aumenti, le speculazioni e le mancate spiegazioni, per i distributori ci sarà da lavorare e questa è una buona notizia.