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Bilancio a metà anno: intervista al direttore Luigi Cetrangolo

Sono andati via i primi sei mesi di questo 2021, che bilancio può tracciare il Consorzio U.DI.AL?
R.: «I primi sei mesi di questo 2021 sono stati molto particolari, fra gli stop imposti dai vari decreti - causa pandemia - e la speranza che il mercato potesse riaprire completamente il prima possibile, abbiamo vissuto come appesi ad un filo: dove è stato difficile fare programmi e quasi impossibile fissare obiettivi, ma non siamo stati certo con le mani in mano. Come avevo già preannunciato, abbiamo avuto la conferma che questo sarà un anno di transizione, la ripresa completa avverrà solo nel 2022 quando anche la stagione turistica non avrà più vincoli di sorta e ci saremo finalmente liberati di questo incubo».

Diceva prima che non siete stati con le mani in mano, a cosa si riferiva?
R.: «Significa che non ci siamo schierati in difesa (per usare un termine calcistico) del risultato in attesa che la partita finisse. Come la nostra Nazionale abbiamo giocato d’attacco e, anche se il mercato andava con alti e bassi, abbiamo messo in gioco tutte le nostre risorse. Abbiamo investito in maniera sostanziosa nel nuovo progetto U.D.M. (U.DI.AL. Dati Mercato), abbiamo rilanciato il progetto ProntoBevi e organizzato circa un’ottantina di attività promozionali. Poi con una promozione speciale sui prodotti a marchio abbiamo assegnato un consistente numero di frigo vetrine, per essere pronti per la ripartenza che finalmente è giunta e dove U.DI.AL. e i suoi soci si sono fatti trovare pronti».

Se volessimo alcuni dati circa l’andamento di questi primi mesi?
R.: «Abbiamo registrato risultati che sono andati oltre le aspettative. Ad esempio, sulla categoria birra, abbiamo i dati consolidati nei primi cinque mesi di quest’anno - rispetto a quelli del 2020 - abbiamo registrato il 41,85% di crescita, praticamente recuperando quasi del tutto il gap rispetto al 2019. Ottimi risultati anche nelle altre categorie merceologiche».

Che previsioni avete per la stagione in corso?
R.: «Sarà una grande stagione, la gente ha voglia di tornare a mangiare e a bere fuori casa, lo abbiamo visto a giugno con la riapertura completa e l’Italia tutta in zona bianca. I locali sono strapieni, c’è entusiasmo e tutto questo sosterrà la crescita dei consumi».

I soci U.DI.AL. sono pronti ad accelerare?
R.: «I nostri distributori certamente sì, ma purtroppo i nostri fornitori no. Esattamente come l’estate scorsa, quando siamo stati sempre costretti a lavorare in rottura di stock, anzi, ad avere gravose mancanze di forniture, anche quest’anno si sta presentando lo stesso problema. L’industria non ha prodotto, evade le commesse con grave ritardo, basti pensare che per avere un bilico di birra occorrono almeno una decina di giorni e dieci giorni di vendite persi in estate sono inaccettabili!».

Come si spiega questi ritardi?
R.: «Ho lavorato per molti anni come dirigente di industria di produzione dove la programmazione è tutto. Dalla mia esperienza deduco che l’industria non ha programmato, non ha previsto una ripresa così rapida e, probabilmente, c’è chi ha fermato addirittura gli impianti sfruttando per i dipendenti tutta la cassa integrazione possibile, ma al momento della ripartenza si è trovata fuori gioco. Un film già visto nella passata stagione, ma che pare non abbia insegnato nulla. Una situazione inaccettabile per i distributori perché poi sono loro ad essere penalizzati perdendo irrimediabilmente più di un’occasione».

Come si risolve questo problema?
«Bella domanda. Ormai i ritardi sono stati accumulati e non è facile recuperare, ho avuto premura di sentire i manager delle industrie con le quali operiamo, a loro ho chiesto di avere più coraggio, aumentare i turni e “rischiare” di produrre, senza stare lì a fare conti e conticini, altrimenti le conseguenze sono quelle che ho descritto: andare in rottura di stock in estate, la stagione del picco di vendite, è da irresponsabili».

Ritiene che a fine anno saranno completamente recuperate le perdite del 2020?
R.: «Non posso affermarlo con certezza, dipende da molte varianti, non solo quelle pandemiche, ma anche, come dicevo prima, dalla puntualità delle forniture. I soci U.DI.AL., sono certo, faranno la loro parte come l’hanno sempre fatta nei mesi più duri della pandemia, sempre pronti, attivi. Un atteggiamento propositivo che fa parte del nostro DNA, sempre pronti a trovare soluzioni e garantire massimo impegno. Del resto, anche e soprattutto per questo, la perdita complessiva del gruppo nel 2020 è stata contenuta in appena il 22,5%. Detto questo, al netto della mancanza di prodotto, in questo 2021 stiamo recuperando molto bene e per i risultati a fine anno sono molto fiducioso. Come sempre».

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