Il Covid e la sua eredità
IL COVID E LA SUA EREDITÁ
I danni economici causati dal Covid-19 sono ingenti, incalcolabili quelli umani, ma il danno più
grave potrebbe essere quello che questo durissimo e doloroso pezzo di storia che gli italiani, e non
solo, hanno subito, non insegni nulla. Una delle criticità emerse durante il lockdown, nella fase più
acuta dell’emergenza pandemica e anche nella successiva Fase 2, è stata quella di una palese,
evidente, disorganizzazione.
Disorganizzata e impreparata la Sanità a fronteggiare l’emergenza, assolutamente inadeguata la
classe politica con le diverse Regioni a fare a gara su chi era il meno peggio. Si dirà che non era
facile, che il Coronavirus era imprevisto e imprevedibile. Sì, è vero, ma se la Sanità pubblica negli
ultimi trent’anni non fosse stata gestita con i piedi, probabilmente sarebbe stata meno
impreparata. Lo stesso discorso vale per la classe politica, la gestione della cosa pubblica richiede
preparazione, competenza, esperienza, oltre che rettitudine ed onestà. Evitiamo di tirare le
conclusioni. Per certi versi lo stesso ragionamento vale anche per il mercato Ho.Re.Ca. che,
insieme al turismo, è stato uno dei settori più penalizzati dalla Pandemia. Il lockdown ha messo in
ginocchio tutto il comparto, la liquidità azzerata, esploso il problema del credito si sono scoperti
fragili i rapporti fra gli operatori della filiera, ognuno a tirar l’acqua al proprio mulino, ognuno a
tutelare la propria bolla di sopravvivenza, ognuno con una propria (cortissima) visione: distributori
e punti di consumo non sono stati capaci a fare squadra in un momento così tanto delicato. In altri
termini, anche la filiera Ho.Re.Ca. era disorganizzata per fronteggiare l’inatteso cataclisma. Il
maremoto Covid, prima o poi, cesserà la sua onda d’urto, un mese, forse tre, forse un anno si
dovrà tornare alla normalità, si potranno contare in via definitiva danni e perdite, ma non
vogliamo e non possiamo pensare che il Covid lasci solo un eredità negativa, perché un prezioso
suggerimento lo lascia, della serie: “in ogni crisi c’è sempre più di un’opportunità”. Ma per cogliere
bisogna partire con una consapevolezza, chi riuscirà a superare la crisi post-Covid non sarà
necessariamente il più forte, ma chi possiede l’intelligenza organizzativa.
Per questo il settore, ora più che mai, necessita di un nuovo patto di sistema che vede impegnati
insieme tutti gli operatori: esercenti, distributori, produttori, nel mettere a punto un nuovo modus
operandi che generi un moderno ecosistema post-Covid dove al centro vi sia un percorso di
digitalizzazione dei processi, un protocollo di sostenibilità dell’intero ecosistema, una ricerca di
maggiore efficienza operativa. Non è un percorso semplice, occorre una svolta decisa, soprattutto,
di carattere culturale.
Ma se questa è l’eredità “buona” del Covid, per favore, non sprechiamola.