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Il punto di IRI

Ascoltiamo il parere di Marco Colombo - Direttore IRI

«Negli anni scorsi, 3 anni abbiamo registrato una crescita costante nel mondo del comparto dei distributori bevande, intorno al 4% anno su anno. Purtroppo, la pandemia, ha interrotto il percorso virtuoso del comparto dei distributori bevande con un calo del mondo dei distributori bevande che ha toccato quasi il -34%, con situazioni decisamente anomale nel corso dell’anno. Il fatturato che è crollato, appunto, di oltre 35 punti, ha avuto un contributo significativo di volumi che si sono abbassati del 31,4%, ma diversamente dagli anni precedenti in cui si era apprezzato una crescita di quello che era il prezzo medio a litro del comparto bevande che aveva avuto degli incrementi tra il 2,5 e il 3%, anche dal punto di vista dei risultati del 2020 ha visto un andamento negativo. Quindi nel cercare in alcune situazioni di recuperare volumi, volumi difficilmente recuperabili nel complesso, c’è stata anche una riduzione di prezzo, lasciando per strada una parte del valore che faticosamente si era riuscito ad accumulare negli anni precedenti. Quindi la tendenza di crescita, è diventata negativa sia sui volumi che sui valori. 
Tutte le categorie merceologiche hanno sofferto, anche se, se andiamo a guardare i numeri puntualmente vediamo che, se da un lato birra e acqua che sono l’asse portante dei servizi garantiti dai distributori, vedono dei cali molto molto forti, questi sono stati in qualche modo bilanciati da un minor calo del mondo del vino, del mondo degli spirits e dal mondo delle bollicine, spumanti e champagne che hanno vissuto un certo tipo di vigore per tutto quello che riguarda la vendita da parte dei distributori bevande, e questa è un’area da cui molti distributori stanno cercando di ripartire. Ma che cosa dobbiamo considerare nella stima delle dinamiche di canale, se pensiamo al 2021? Non possiamo prescindere da quelle che sono le iniziative di natura sanitaria messe in atto per contrastare la pandemia Covid-19, quindi quello che è il piano vaccinale, non possiamo prescindere da quelle che sono le decisioni di natura amministrativa legate a chiusure totali, parziali o limitazioni dello spostamento imposte dai vari Decreti Ministeriali, e non possiamo neanche prescindere da quello che è l’atteggiamento del consumatore, dalle modificate modalità di acquisto e di comportamento che vedono da un lato la tensione verso la vita sociale, la vita di festa e di convivialità, rispetto alle paure che sono intrinsecamente legate allo sviluppo della pandemia. Quindi partendo da questi punti, che tipo di ipotesi possiamo fare per quello che riguarda i fatturati stimati per la fine dell’anno? Quest’anno la stima che possiamo fare è che sicuramente recupereremo rispetto al valore così basso dell’anno scorso. Stiamo parlando solo delle bevande e delle categorie che abbiamo visto prima. Dal calo del 34% che abbiamo visto sul 2020, noi ipotizziamo una crescita intorno al 17%. L’estensione della pandemia in primavera non ci ha permesso finora di supportare una crescita maggiore, soprattutto perché il periodo pasquale con il blocco delle aperture, ha sicuramente rallentato la ripresa che ci aspettavamo. Il recupero dei prezzi continuerà ad essere sostenuto, in particolare dalle merceologie premium, dall’altra parte, e questo secondo me è uno dei temi della discussione con l’industria, è quanto si riuscirà a fare innovazione di prodotto, attività di lancio, attività di marketing per sostenere le campagne del 2021».

Drink style, la rivista

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