Quello della ristorazione extradomestica è un importante e strategico mercato di riferimento per l’economia italiana, una fetta di business che nel 2013 è stato valutato complessivamente 74 miliardi di euro, di cui circa 22 miliardi interessano produttori e distributori.
Nell’anno in corso non si stanno registrando crescite globali (il mercato si posiziona sui valori del 2013), tuttavia, conoscendo nel dettaglio le dinamiche dei vari canali e i loro specifici andamenti, è possibile attivare strategie che possono portare benefici, ad esempio “concentrarsi sui clienti migliori o potenzialmente migliori, ponendosi poi come partner nello sviluppo della loro attività” (fonte Trade Lab).
A tale proposito è molto interessante guardare più da vicino una precisa analisi fatta da Trade Lab.
Trend di mercato e comportamenti del consumatore
Partiamo da questo punto fermo: i luoghi di consumo, i punti di ristoro, crescono e si differenziano, evolvendosi, di anno in anno: al consumatore è data sempre una più ampia scelta, il consumatore può selezionare più canali diversi per bere o mangiare.
Fra i canali preferiti dagli italiani rimangono prioritari il bar tradizionale (70%) e il ristorante-pizzeria (53%).
Sono i luoghi di consumo maggiormente frequentati, durante tutta la settimana, dove far colazione o pausa pranzo, luoghi di aggregamento, socializzazione oltre che di pausa e di ristoro.
All’estremo opposto della graduatoria il take away che è all’ultimo posto.
A metà “classifica” il vending, fenomeno in crescita. Tra i competitor dei pubblici esercizi anche il “negozio alimentare”, con percentuali tuttavia basse rispetto a quelle del canale bar e pizzeria. Molto apprezzato anche il fast food e il ristorante con menu a prezzi sotto i 30 euro.
Rappresentano il più classico punto di consumo nei canali Ho.Re.Ca, ma sono altamente flessibili e capaci di “reinventare” servizio e offerta “per offrire al consumatore un’offerta più ampia e maggiori servizi c’è una tendenza ad un allargamento della proposta culinaria (dalla pizza al pesce alla cucina etnica) allo scopo di soddisfare un ventaglio di esigenze più ampio; la tendenza all’allargamento del servizio anche ad altre occasioni di consumo (aperitivo e dopo cena) e a particolari servizi: 3 ristoranti su 10 hanno un bar aperto al pubblico, 2 su 10 hanno un’offerta dedicata anche al dopo cena, 5 ristoranti su 10 offrono menù a prezzo fisso”.
Il canale bar è quello più diffuso, in modo capillare, sul territorio: conta il maggior numero di punti vendita e “attrae il maggior numero di consumatori”. Aumentano i bar specializzati, aumentano le scelte legate all’esigenza di incrementare i flussi (tra cui anche la presenza di giochi e servizi); si amplia il ventaglio di servizi offerti: il bar si pone anche come luogo di consumo di pranzo e di aperitivo.
È lo spazio della nascita delle mode e dei nuovi fenomeni sociali di consumo, “un canale prioritario in cui fare immagine e lanciare nuovi prodotti e formati, non solo Beverage, visto che il 18% degli italiani che cenano fuori casa lo fanno in un locale serale almeno una volta al mese: stiamo parlando di circa 6 milioni di persone”.
Guardiamo da vicino questo canale di distribuzione dei prodotti, non nuovo, ma solo da qualche anno pervasivo.
Dalle analisi TradeLab si evince che “il Vending sta diventando a tutti gli effetti uno dei canali più interessanti dei consumi fuori casa, infatti, è cresciuta la qualità dell’offerta di caffè e bevande calde e sono presenti sempre più prodotti “branded”; risponde al bisogno crescente di un consumatore più mobile, di trovare i prodotti che vuole ovunque si rechi; l`offerta, contrariamente ad altri canali, ha un posizionamento preciso: “giusto valore al giusto prezzo nella giusta location”.