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Vent’anni anni di U.DI.AL.

«Cari Amici,
il prossimo anno, ormai alle porte, il consorzio U.DI.AL., il Vostro consorzio, compirà il suo
ventesimo anno di vita e di lavoro al servizio dei soci, del mondo della produzione e dell’intera
categoria della distribuzione e, più in generale, dello sviluppo del mercato.
Nessuno poteva mai immaginare vent’anni orsono che dieci distributori, i soci fondatori, facendo
forza sulla loro volontà, sulla reciproca e incondizionata fiducia, con la voglia e la rabbia di
affrancarsi il futuro, sarebbero riusciti a portare avanti un progetto tanto ambizioso quanto
impossibile. Pertanto, quello del ventennale è un appuntamento importante al quale vorremmo
dedicare, come sempre, il nostro massimo impegno. Ma non vogliamo festeggiarlo come un
traguardo, bensì come un nuovo, fondamentale punto di partenza. Potremmo dire ricominciamo
da venti, ricominciamo forti di una grande esperienza maturata, di un gruppo straordinario che
negli anni è cresciuto e si è consolidato, forti di un riconoscimento che ci offre il mercato. Ma
anche, e qui lo sottolineo con forza, con la responsabilità che oggi ha questo gruppo e con le
aspettative che ci sono. Se vent’anni fa l’impresa pareva impossibile, oggi è altrettanto difficile e
complessa perché siamo tutti consapevoli delle estreme difficoltà nelle quali versa la nostra
economia alla quale non è certo estraneo il mercato nel quale tutti operiamo. Ma non dobbiamo
demordere, come diceva un grande uomo: “La parola “impossibile” è solo una parola pronunciata
da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato piuttosto che cercare
di cambiarlo”. Quali possono essere le soluzioni a questo gravissimo stato di crisi? Io
personalmente, come ho detto e scritto in più di un’occasione, non credo che la situazione italiana
si possa risolvere se non al prezzo di una vera e propria rivoluzione, qualcosa che smuova dal
profondo tutte le catene che ci opprimono, che spazzi via la politica inetta, che smonti la macchina
della burocrazia che ci opprime, le tante tasse inique che vanno a pagare le ruberie di stato, che è
una delle più grandi piaghe, una malattia che la burocrazia e i sindacati contribuiscono ad
occultare, poiché conniventi. La pianta della mala politica, che in questi anni ci ha fatto perdere la
bussola, va tagliata sin dalle radici. Dobbiamo ritrovare la bussola giusta per ricondurre la nostra
Italia ai suoi valori fondanti e irrinunciabili: quelli del lavoro, della famiglia, del risparmio. Questo
mio augurio, ovviamente, sento di poterlo accomunare a tutti voi. Ma noi distributori, nel nostro
piccolo, non abbiamo né il potere né la possibilità di incidere in vicende molto più grandi di noi.
Tuttavia possiamo, e U.DI.AL. si sforza di farlo sin dalla sua nascita (Aprile 2000), cercare di
cambiare, incidere, indirizzare quelle che sono le politiche del mercato nel quale operiamo.
Dobbiamo farlo facendo leva sui nostri valori più autentici, sulle motivazioni più profonde, senza
timori, in piena armonia e spirito di solidarietà, esattamente con lo spirito con cui nacque il
consorzio, una vicenda che ho avuto modo di raccontare nel mio libro “Passione e Distribuzione.
Storie di catene parallele”. Un consorzio che, con la fiducia che i soci gli hanno accordato, ha
saputo, in questi anni, crescere, innovare e ritagliarsi con impegno e fatica un ruolo significativo
sul mercato. Abbiamo compiuto con successo un tratto di strada, ma il difficile deve ancora venire.
Torno a rimarcare le problematiche dell’economia nazionale e, di conseguenza, le difficoltà nel
canale distributivo: compiti duri e difficili ci attendono e non sarà facile ottemperare alla nostra
missione che è quella di tutelare e assistere i nostri soci dando loro coraggio e fiducia, prospettiva
e prosperità di lavoro. E allora, cosa può fare, cosa deve fare, un consorzio fra distributori
Ho.Re.Ca. quando i propri soci sono costretti ad operare in un periodo di deflazione e subire una
concorrenza spietata alimentata anche da scorrette politiche commerciali di alcune industrie di
produzione? Cosa può fare, cosa deve fare, un consorzio quando verifica, dati alla mano, che
sempre nel canale distributivo, su alcuni prodotti strategici, vi sono almeno venti punti di
 
differenza, considerando che i soldi dei distributori Ho.Re.Ca. hanno lo stesso valore dei soldi
della GDO? Sono questi i punti di domanda essenziali, le problematiche vere che U.DI.AL. ha
sempre combattuto e per i quali ha fatto il possibile e non ha mancato di rinfacciare a certe
industrie. Per il prossimo anno, proprio in occasione del suo ventesimo compleanno, su questi
problematici punti, vorremmo offrire delle risposte ancora più concrete attraverso progetti
innovativi come sempre al servizio dei nostri soci. Ma per compiere questa nuova impresa sono
fermamente convinto che, oltre a tenere alta la nostra bandiera, dobbiamo ritrovare le nostre
motivazioni più vere e forti, attingendo alle stesse radici della nostra storia. Spirito di solidarietà,
compattezza e comunione d’intenti, e mettere sempre al centro il bene comune (U.DI.AL.) ed
operare negli esclusivi interessi dei propri soci. È questa la nostra forza, alla quale vorremmo dare
lustro ancora di più nel 2020, è questa la ferma volontà sulla quale punteremo per fare una nuova
rivoluzione a favore dei nostri soci e per dare un’ulteriore segnale a tutta la categoria. In
conclusione, voglio ringraziare i soci fondatori tutti, nessun escluso: senza di loro che ebbero il
coraggio e la fiducia di avviare questo progetto, non staremmo certo qui a parlare dei nostri
vent’anni. A tutti loro va il mio personale grazie di cuore insieme a tutti i soci di oggi. Colgo
l’occasione poi, da parte mia e di tutto lo staff del Consorzio, per fare gli auguri più sentiti a voi
tutti, con l’auspicio che U.DI.AL., la nostra U.DI.AL., possa essere sempre quella stella lucente
che ci guida nel cammino».
 
antonio argentieri

Drink style, la rivista

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